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La resistenza al cambiamento come agente opposto all’ adattabilità è altrettanto fondamentale allo sviluppo e alla definizione dell’essere umano

In cosa consiste: definizione e storia.

Con un passaggio logico ed è cruciale definirlo bene, possiamo estendere la necessità di stabilità, continuità e coerenza dell’esperienza come fondamentali ingredienti del funzionamento del nostro universo mentale.

Il riconoscimento di uno spazio dell’io (Sé?) passa attraverso la speculare individuazione di ciò che è altro da sé, ovvero il mondo esterno delle cose e degli altri.

Apparentemente tutto ciò è piuttosto istintivo ma non dobbiamo lasciarci ingannare da come ci siamo abituati a guardare il mondo attraverso i secoli e di come il gruppo sociale ci forma, educa, condiziona a partire dai nostri primi anni di vita.

In realtà noi siamo costantemente minacciati da stati, che abbiamo imparato a definire come patologici, come le allucinazioni, le ossessioni, le manie, lo stesso amore che ci fanno perdere i confini tra noi e il mondo in cui siamo immersi.

Le teorie recenti della mente estesa che riprendono su basi più scientifiche fenomeni conosciuti già nell’antichità dimostrano che i confini tra il nostro ambito individuale e uno spazio più allargato sono assai labili.

Eros e Magia versus Leibniz

Fare leva sul mondo esterno ci aiuta a ragionare in modo efficace  e genera un contatto con il mondo esterno che àncora i nostri pensieri alla realtà.

Questo è il passaggio, a mio modo di vedere, più delicato. Il mondo delle cose e degli altri è a noi estraneo ed inconoscibile (Aureolo Kant). Il Noumeno di Kant e in quanto tale è un’astrazione e per conoscerlo e riconoscerlo abbiamo bisogno di contaminarlo con un senso, attribuirgli significati.

I significati non appartengono alle cose ma siamo noi ad appiccicarli come dei post-it dando corpo ai concetti e al contempo abitando (Heidegger) lo spazio che ci circonda.

Questo è il primo passo di un meccanismo culturale e comunicativo. I significati trovano un significante in un oggetto, in un suono ripetibile, in una situazione stabile che possiamo richiamare alla mente. La comunicabilità è quindi il prodotto della necessità di stabilizzare di fissare il flusso di coscienza rendendone le componenti discrete e fissandole in concetti duraturi e memorizzabili.

Si apre un universo completamente nuovo in cui rispecchiare il proprio mondo mentale negli altri ma anche innumerevoli nuovi problemi, una comunicazione non più esclusivamente empatica richiede accordi molto precisi sui codici linguistici e quindi di un’autorità terza che li custodisca. La stabilità, la coerenza, la resistenza al cambiamento divengono dei mandati sociali e financo magici o religiosi.

Ecco dunque che le cose si animano di poteri e impersonificano divinità o spiriti. Nascono le religioni animiste per cui quell’albero non è più uguale a tutti gli altri e non è solo la vecchia quercia ma diventa albero magico. Lo spazio diventa luogo ed assume una gerarchia che ha una origine ed una estensione. All’albero si affianca il tempio ed altri manufatti dell’uomo ma anche le frecce per cacciare o i fenomeni naturali, ogni cosa che assume un significato ha necessità di un custode.

Il suono, il segno, il simbolo diventano importanti fattori di riconoscimento gruppale e anche di divisione e di scontro per difendere l’unità del gruppo. I riti collettivi, momenti fondanti di riconoscimento della dimensione collettiva del nostro campionario di segni. Non a caso chi adora altri dei utilizza altri codici spesso segreti che disconoscono quelli ufficiali, massonerie, e riti satanici.

Il carnevale, tra i riti ancora praticati, è forse quello più antico: nello scherzo, nell’inversione dei ruoli, nella rottura delle regole si mette in scena una dimensione altra fuori dai canoni. Il carnevale è generativo, liberatorio, riconosce una spazio alla dimensione psichica più inconfessabile ma è anche pauroso perché è lo spazio della follia dell’allucinazione (voodoo) del mondo indistinto e deve essere ricacciato negli inferi, bruciato il mercoledì delle ceneri.

 

Violeta Raileanu, psicologa e psicodrammatista

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